Cari amici coristi

Cari amici coristi,
come ve la passate? 

Presa dalla nostalgia, ho aperto il nostro sito e ho “sfogliato” tutte le fotografie: sembra impossibile poter solo sperare di tornare a stare così uniti, così vicini, così felici! 
Eppure tornerà, con grande sforzo di immaginazione siamo tutti fiduciosi che torneremo a stare insieme.

Mi manca molto il cantare con voi, le risate dei contralti (perché gli altri sono più seri, si sa) le occhiate di rimprovero del nostro maestro Ilario, le facce strane della nostra amica Cristina quando invece di pronunciare le parole in inglese, le trasformiamo in suoni vaghi (ognuno anche qui ha la sua tecnica). Non oso immaginare cosa diciamo nei canti svedesi o ungheresi…

Forse, come tutti stanno dicendo in questo momento, quando il tutto ripartirà, saremo diversi, non so se più forti, ma diversi sì, forse più sensibili, più attenti ai dettagli (quello che fa la differenza in un canto vero maestro?). 

Nel frattempo quindi che fare?

Siamo quasi pronti per un nuovo progetto estivo, il tema è quello della natura. “Guarda il mondo, tutto ciò che ci circonda: guarda il mondo, e stupisciti ogni giorno” (Look at the world, John Rutter), possiamo fare questo. Affacciati alle finestre delle nostre case. 

Mi commuovono sempre, o forse solo in questo momento storico così pieno di emozioni, i versi de “L’ora di Barga”, messi in musica da Lorenzo Donati:

“Lascia che guardi dentro il mio cuore,
lascia ch’io viva del mio passato; 
se c’è sul bronco sempre quel fiore,
s’io trovi un bacio che non ho dato! 
Nel mio cantuccio d’ombra romita
lascia ch’io pianga su la mia vita! 

E suona ancora l’ora, e mi squilla
due volte un grido quasi di cruccio,
e poi, tornata blanda e tranquilla,
mi persuade nel mio cantuccio:
è tardi! è l’ora! Sì, ritorniamo
dove son quelli ch’amano ed amo”.

Un caro abbraccio a tutti, mi mancate!

Federica